L’arte di Paolo Masi, artista fiorentino che ha legato il suo nome alla ricerca e alla sperimentazione artistica del secondo Novecento, arriva per la prima volta in Slovacchia, alla Galleria Civica di Zilina.
Paolo Masi (Firenze, 1933) studia pittura all’Accademia d’Arte di Zurigo, e sin dagli anni Sessanta è attivo sulla scena artistica, con un percorso segnato da una ininterrotta sperimentazione.
Collabora in quelli anni con Lanfranco Baldi, Auro Lecci, Maurizio Nannucci, al gruppo di ricerca estetica Centro F/Uno (1967-70). Durante un periodo trascorso a New York rivolge la sua ricerca e la sua attenzione agli elementi urbani più semplici (tombini, muri, pavimentazioni), riproducendoli in polaroid o tramite frottage.
Dal 1974 è co-fondatore, assieme a Maurizio Nannucci e Mario Mariotti, del collettivo che gestisce lo spazio no profit di Zona a Firenze, con l’obiettivo di diffondere esperienze artistiche nazionali e internazionali. Da tale esperienza nascerà poi, nel 2000, il collettivo Base.
L’intensa attività di Masi è confermata e riconosciuta sia in Italia che all’estero. Ricordiamo, tra le altre, le partecipazioni alla Biennale di Venezia (1978); alla XI Quadriennale romana (1986); alle mostre Kunstlerbücher di Francoforte e Erwitert Photographie Wiener Secession di Vienna (1980); alla mostra parigina sul libro d’artista (Centre Georges Pompidou, 1985), ad Arte in Toscana 1945-2000 (Palazzo Strozzi - Firenze, Palazzo Fabroni - Pistoia, 2002) e alla mostra Pittura Analitica. I percorsi italiani 1970-1980 (Museo della Permanente, Milano 2007).
L'installazione Senza titolo (Trasparenza) del 2003, composta da decine di lastre di plexiglas dipinto, è entrata a far parte della Collezione permanente del Museo Pecci di Prato ed è stata presentata al Museum of Contemporary Art di Shanghai.
Opere storiche dell'artista si trovano nelle collezioni del Mart di Rovereto, della Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti di Firenze e della Galleria d'Arte Moderna di Torino.
Nel 2018 presso le Murate di Firenze, ex carcere convertito in polo artistico e culturale, realizza l’installazione site-specific “40.000 chiodi”, conficcando chiodi in una parete del complesso, in una sorta di mappa geografica del dolore di chi per tanti anni si era scontrato contro quelle stesse mura.
L’esposizione a Zilina, che si tiene in occasione del 90° anniversario della nascita dell’artista, è una delle iniziative di maggior rilievo della 16. edizione del festival italiano in Slovacchia “Dolce Vitaj”.
Inaugurazione giovedì 18 maggio 2023, ore 17:00.