In questo periodo dominato dal Covid-19 l’Istituto Italiano di Cultura di Bratislava ha contattato anche Luca Matti, artista che come tutti in Italia è rimasto chiuso – per circa 2 mesi – nella sua casa con atelier. Circondato da quadri e altre sue opere che ben rappresentano la situazione che stiamo vivendo, durante l'isolamento, ha continuato a dipingere metropoli che crescono a dismisura, provocando i problemi comparsi, in maniera così evidente, nel 2020.
Un linguaggio quello del Matti ecologico e profetico, dove le città sono alienanti e le persone schiacciate da obblighi e sollecitazioni spesso insostenibili, il tutto degno di un mondo descritto da George Orwell.
La bravura di questo artista è che tutto ciò viene espresso in maniera estetica, con risultati gradevoli ed in fondo pure con una vena di speranza.
Matti affronta attraverso l’arte tematiche molto serie e complesse, trasmettendole in modo semplice ed obbiettivo.
Di lui si può inoltre dire che è un artista multiforme che si è occupato per lungo tempo di fumetto, illustrazione e grafica, collaborando con riviste e case editrici.
Dal 1988 si dedica alla pittura e alla creazione di opere scultoree utilizzando anche tubi in pvc e camera d’aria per ruote.
Il suo lavoro si concentra in particolare su tematiche legate al rapporto dell’uomo con la città, utilizzando due colori: il bianco e il nero. Nel suo universo non ci sono confini tra disegno, incisione, pittura, video animazione e scultura. I vari linguaggi si condizionano e si contaminano tra loro, dando vita a un universo fatto di storie, suggestioni, sogni.
Le opere del Matti sono presenti in importanti collezioni pubbliche e private, tra cui la Collezione Farnesina Experimenta, esposta presso il Ministero degli Affari Esteri a Roma.
Luca Matti nel 2016 è stato uno dei giurati del Premio Malba VÚB banka (Gruppo Intesa Sanpaolo), concorso che ogni anno, in Slovacchia, seleziona e premia i migliori artisti giovani.